Sono le 8 del mattino. È l’ultimo giorno a San Francisco. Che mi è piaciuta tanto lo sapete già. Che mi ha inquietato il numero degli homeless e dei “disturbati” in giro per strada ve lo dico ora. Non puoi fare due metri senza imbatterti in un diversamente normale che parla da solo. Ieri, sul bus di ritorno dal Golden Gate Bridge Park, abbiamo incontrato un uomo che si dava fuoco alle mani. Tra veterani, psicopatici, alcolizzati e strafatti il panorama è sconcertante. È vero che non danno fastidio in alcun modo, ma è spaventoso pensare che la società non aiuti in alcun modo queste persone. OMG, da quando ci sono Trump e Salvini ho virato troppo a sinistra?!?! Va beh, comunque San Francisco mi è piaciuta anche se non credo di averla capita fino in fondo. E me la immaginavo molto diversa. Più fighetta, più viva (alle 9 di sera c’è già poca gente in giro), più cool. È senza dubbio la città più bella che ho visto negli States. Ieri, con il sole pieno, le discese e le salite si sono illuminate, i giardini hanno brillato, lo skyline è venuto fuori nella sua disarmante bellezza. C’è il mare, c’è il verde, c’è tutto.
È ora di impacchettare tutto e di cambiare meta. Con una piccola variazione che renderà il viaggio ancora più interessante. E un’esperienza di vita che non si poteva non fare in un viaggio in the road. Raggiungeremo Los Angeles con il bus della Greyhound, quello grosso dei film. Lo abbiamo preso l’anno scorso a Rio de Janeiro e siamo ancora vivi. Mi pare di buon auspicio! Have a nice day!
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Fabrizio Raimondi
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