Vi ho lasciato col fiato sospeso. Amburgo mi è piaciuta assai. A mia discolpa devo dire che ho sempre un gran culo. E ho trovato 25 gradi, e il cielo azzurro, e i turisti ad animare la città. Che è un groviglio di strade e corsi d’acqua e passerelle sui fiumi o laghi o pezzi di mare, chissà. Non ho capito un granché, ma ho avuto la sensazione di essere in un ricco paese del Nord, pieno di cosa da fare e da vedere. I vecchi magazzini, il porto, i canali e un tramonto struggente che quasi mi metto a ululare. E il quartiere Hafencity che è un mix sconvolgente di industria e modernità. Con uno sfondo agghiacciante, ma tante cose intorno che fanno allegria. Caffé, ristoranti, rooftop, un’architettura disegnata sulla navigazione. Mi ha ricordato un po’ Aker Brygge a Oslo, un po’ Canary Wharf a Londra, ma le dimensioni del porto sono tali che non si può che rimanere a bocca aperta. Mi è piaciuta anche la Filarmonica dell’Elba (Elbphilharmonie). Un ingresso da outlet, per carità, ma tra un cantiere e un canale ci sta. E la vista dall’alto merita il biglietto. L’altra cosa che mi ha stupito è la gentilezza delle persone. Di solito in Germania mi rispondono con un rutto, invece qui la gentilezza (persino della stampa!) mi ha imbarazzato. Ho incontrato i giornalisti in redazione (qui funziona così) e addirittura quelli di Eatsmarter mi hanno fatto un regalo. Attenti, interessati, hanno subito il mio racconto in inglese (I am sorry I don’t speak German) senza fare una piega.
E (sorpresa ancora più grande!) qui ci sono ancora editori che hanno palazzi con 200 scrivanie. Il gruppo Bauer Media è un colosso da 60 testate, tutte sul Food. Vorrà dire che verremo tutti a vivere in Germania, si salvi chi può! Sono distrutto quindi la breve storia felice termina qui. Se avete un paio di giorni fate un salto da queste parti, è sempre bello cambiare idea. Have a good night!
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