Sveglia ore 4.45, aeroporto di Vienna.
Come mi ha fatto notare la mia (“esterissima”) amica Fernanda, divento ogni giorno più crucco. Questi quattro giorni me li sono proprio goduti. Il capodanno a Vienna è stata un’esperienza totalizzante. Dal Municipio al Prater, chilometri di feste, luci sfavillanti, musica, valzer e altre amenità. Ho ballato (se così si può dire) nelle piazze, mi sono ucciso di cotolette, ho pattinato sul ghiaccio a Rathausplatz, ho nuotato alle terme di Vienna, correndo in mezzo alla neve da una vasca all’altra, sorseggiando improbabili drink con il corpo a quaranta gradi e la testa sotto zero. O la Germania e l’Austria stanno facendo passi da gigante, oppure sono io che, con la mezza età, comincio ad apprezzare questa atmosfera crucca. E a rilassarmi tra un würstel e l’altro, tra una Sacher e i “prosecchini” austriaci che non sono affatto male. Che dire dei musei? Ho lasciato il cuore all’Albertina e al Belvedere. Il bacio di Munch e quello di Klimt, da soli, valgono il viaggio. Il resto ve lo racconterò altrove. Perché Vienna non è solo castelli della principessa Sissi, carrozze e torte Sacher: è una città in fermento, con un quartiere che sforna nuove tendenze e un panorama culinario davvero interessante.
Tra le novità del 2019, un mio spazio su Touring, una rubrica dove vi racconterò le mie gite come faccio qui. Con la stessa libertà, lo stesso tono da viaggiatore scazzato che scrive i suoi appunti di viaggio. Il nome della rubrica è bellissimo, anche se non l’ho scelto io. Come il nome dell’agenzia, ormai è una tradizione… Saluti e baci, imbarco immediato.
Inviato da iPhone
Fabrizio Raimondi
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