Siamo stati sulla spiaggia fino a sera a guardare il tramonto. Un freddo boia. Il vento in California soffia fortissimo. Le onde si incazzano e il mare fa la schiuma ovunque. È stato bellissimo saltare le onde con Emma, con la sua mano strettissima per non farla volare via. Il suo primo “bagno” californiano: il braccio di ferro con l’imprevedibilità e il confronto con una forza ingovernabile. Ricordo la prima volta che ho sentito parlare di sublime dinamico. Il buon vecchio Kant, ecco. Alle 19,47 il sole ci ha lasciato accompagnato dai sorrisi a 50 denti di una esaltata che ha pregato, fatto yoga e ingoiato una ciotola di spinaci quando è morta la stella che le dà energia. Abbiamo quindi preso le distanze dalla spiaggia e abbiamo cercato un posto in cui mangiare. E fu così che finimmo nel locale trendy di Venice (si chiama Dune) con i ragazzi vestiti alla Williamsburg, la scritta organic presente ovunque (il primo segnale della presenza del Dio Healthy), i tavolini con le sedie scompagnate, le posate da prendere da soli, humus come se non ci fosse un domani. Ho ordinato l’avocado Toast con aggiunta di uovo sodo (non sono mica vegano). Squisito. Gustato con un outfit perfetto. Costume da bagno da teenager con le scritte dei college di tutti i colori, maglietta di Mr Beard comprata in una bancarella a Londra (un homeless mi ha urlato perché ho questa maglia dato che non ho la barba. In effetti…), ciabatte bianche anni ‘80 che ogni volta che me le metto ringrazio di essere Oltroceano.
Siamo andati a letto alle 21,30, con la faccia rossa, le gambe spezzate, esausti. Ed è già mattina. E sarà un’altra giornata pittoresca in compagnia di amici che non vediamo da 15 anni. Hollywood arriviamooooooooo!
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Fabrizio Raimondi
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